Un uomo tira per aria un corpo di un bambino verso un cumulo di morti (Haiti)
Una testa mozzata giace ai lati di una strada (Messico)
Un toro incorna il torero al collo durante una corrida (Spagna)
Migliaia di persone tentano di salire su un treno già stracolmo (Bangladesh)
In una cella vivono rinchiusi decine di uomini tutti sdraiati l’uno affianco all’altro (Sierra Leone).
E tante altre foto che spesso mi hanno portato fuori dalla mia dimensione di cittadino dell’ occidente.
E’ tornata a Barcelona al CCCB l’esposizione fotografica relativa al premio World Press Photo, ne avevamo parlato anche per l’edizione dell’anno scorso.
Ci siamo andati con entusiamo e penso davvero che farò di tutto per non perdermi neanche un’edizione.
Fotografia giornalistica pura, spesso tratta di temi scottanti (come la violenza sulle donne Afghane o l’aborto in Kenya). Ovviamente quelle che toccano di più sono le immagini che raccontano delle tragedie. Ognuna di queste foto trasmette l’angoscia violenta di un attimo e lascia il visitatore attonito a bocca aperta (letteralmente, provavo a guardarmi intorno e tutti avevano la stessa espressione con la mano sul viso) ad immaginarsi come deve essere il dolore o la vita di quelle persone che il fotografo riesce a raccontare con uno scatto che dura un istante.