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Democrazia real Ya - Barcelona

Barcelona 21 Mayo - plaça Catalunya

All’urlo di “Democracia real Ya!” (Democrazia reale, adesso!) moltissimi spagnoli si sono riversati nelle piazze principali in tutte le città del paese. E soprattutto, alla vigilia delle elezioni amministrative. E’ una notizia su tutti i tg nazionali ed europei. La partecipazione popolare e spontanea a Madrid è impressionante, ma anche qua a Barcelona migliaia di persone sono andate a riunirsi a Plaça Catalunya per manifestare.

Mi sento di dare un mio commento e la mia testimonianza. Stanotte verso le 2 (!) anche io ed altri amici abbiamo fatto un salto in piazza e quello che ci siamo trovati davanti era impressionante. Plaça Catalunya strabordava di gente, soprattutto giovani,  molti salivano sul palco a dire la propria facendo un piccolo intervento, migliaia di persone sedute compostamente nel mezzo della piazza ascoltavano e davano il proprio consenso applaudendo o scuotendo le mani (come applaudono i sordo-muti), agli alberi tanti cartelli con dei messaggi di insofferenza (ma non di rassegnazione), in giro non c’era un poliziotto (in realtà erano nascosti dietro un angolo a poche centinaia di metri, li ho visti tornando a casa). C’erano molti perro-flautas (= punkabbestia 🙂 ) ma soprattutto tanta gente comune, di tutte le età. Non c’erano famiglie… ma alle 2 di notte è comprensibile.

Gli spagnoli sono stanchi ed indignati della crisi economica e della classe politica che sembra così distante dal popolo: PP o PSOE alle prossime elezioni? Per la maggior parte di quelle persone sono acronimi senza senso. Un sentimento di indignazione per una classe politica distante è ciò che ha spinto questa gente “a la calle” tramite passaparola attraverso i socialnetwork. Se poi ci mettiamo dei livelli di disoccupazione assurdi (30-40% se non sbaglio) e le cosiddette misure di “welfare” che andranno via via riducendosi, senza dimenticare i tagli ai servizi. La frittata è fatta.

Non sono forse gli stessi temi su cui ci stiamo confrontando in Italia? Gli italiani non sono forse stanchi di come viene gestita la democrazia nel “BelPaese” e delle misure anticrisi adottate dal governo?

Casualmente in questi giorni Beppe Grillo era a Barcelona per il suo tour europeo. Ha incontrato questi cittadini:

Penso che questi cittadini spagnoli stiano dando una lezione di civiltà: hanno dato vita alla #spanishrevolution (per definirla con l’hashtag di twitter) ma armonicamente ed in modo assolutamente pacifico. Sono così pacifici che non dicono nemmeno le parolacce, specialmente di fronte ai centinaia di bambini che questo pomeriggio affollavano le attività ludiche organizzate in piazza. Questa gente infatti non sta ciarlando e basta, non si sono solamente “accampati” in Plaça Catalunya a urlare contro il governo. Hanno dato vita a una forma di Democrazia partecipativa costituendo delle assemblee e dei punti in cui si può toccare e discutere delle tematiche sociali. Separano i rifiuti da riciclare, hanno creato mappe con dei grandi cartelloni e segnali “stradali”.

Sono esterrefatto dalla voglia di comunità che gli spagnoli stanno dimostrando. Sono indignati, forse incazzati, determinati ma civili!

Democracia Real Ya - Barcelona

Movimiento 15-M, Plaça Catalunya

In questi giorni mi son chiesto qual è il significato di tutto questo? Vale la pena? Tornerà tutto come prima?

Sì, ha senso. Manifestare è un simbolo di indignazione: fa uscire il popolo dal silenzio. Fa capire alla classe politica di essere pronti a dimostrare (pacificamente!) che ci si è rotti le scatole e si vuole  essere ascoltati.

Ovviamente in questa situazione vedo dei rischi e delle opportunità.

Opportunità: sicuramente la società spagnola ha la possibilità di  migliorare la coscienza della cittadinanza: tutti più consapevoli, tutti più partecipi. Inoltre un movimento popolare spontaneo svincolato da interessi “forti” può portare nuove idee e può porsi come promotore di progetti utili alla comunità. E’ anche un’opportunità per quella classe politica che davvero vuole il bene comune: questa gente ha molto da dire e ha soprattutto voglia di dire la propria. Va ascoltata.

Rischi: questo movimento ha un grosso potenziale: migliaia di persone che autonomamante si coinvolgono nella protesta. Vogliono dire la loro, voglio fare capire che vogliono partecipare della cosa pubblica… e vogliono essere resi partecipi . Purtroppo penso che senza strategia di medio e lungo periodo questo sforzo potrebbe risultare vano. Le “forze” contro cui si vuole lottare adesso aspetteranno che il fuoco di paglia si sia spento per tornare a fare i loro comodi o ad usare le vecchie tecniche di governo. Senza un programma preciso che includa obiettivi, una organizzazione e una revisione in corsa delle azioni intraprese, la sollevazione popolare difficilmente potrebbe portare buoni frutti.

Io spero che questo sia un primo passo per una società più cosciente.

Hasta la victoria! Siempre!

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