Scopro dalla stampa online italiana che il Vice Ministro del Welfare Martone ha detto che chi si laurea a 28 anni è uno sfigato. Il viceMinistro – evidentemente poco avvezzo alla politica – ha dovuto smentire, correggersi.
Infatti subito sono divampate le polemiche, trend su twitter con l’hashtag #sfigato, fior fior di articoli e commenti per criticare la frase del ViceMinistro. Insomma come si è permesso: i secchioni sono noiosi… ah quanti talenti un po’ pazzerelli che vanno male all’università! …Steve Jobs non era laureato! Il Trota parlamentare e io non mi posso laureare a 30 anni? Ma come si permette proprio lui è stato raccomandato per fare il ministro!…. ecc..
Polemica polemica polemica. Il pensiero mediocre e perbenista: un Ministro deve lodare tutti. Le sue interviste devono essere in politichese, devono sempre avere il famoso “ma anche”: chi impiega 10 anni per laurearsi è uno sfigato ma anche chi si laurea in tempo (ora bastano 3 – dico tre – anni) è solo un secchione con gli occhiali brufolosi dedito all’onanismo. Dire tutto e il contrario di tutto.
Facendo un calcolo, un ragazzo che a 28-30 anni è ancora all’Università sta impiegando 10-12 anni, 3-4 volte in più del previsto. Come se per le Medie ci volessero 9 anni. Dieci anni all’Università… una vita. Il viceministro non si riferiva certo agli studenti/lavoratori che si fanno il mazzo per pagare le tasse e trovare il tempo per i libri, o ai casi eccezionali di chi magari deve seguire un parente malato, ecc… E’ uno sfigato un 28enne ancora all’Università se non ha nessuno di questi impedimenti? Per me sì.
Non è NORMALE stare anni e anni all’Università! Bisogna prendere coscienza di questo e bisogna cambiare la prospettiva, da una prospettiva meramente “mediocre” a una tendenza “Meritocratica” . Prendere responsabilità delle proprie scelte. Il mercato del lavoro non se ne fa nulla di neo-laureati trentenni!
Sono pienamente d’accordo con te e aggiungo una cosa fondamentale: quanto piu’ tempo si passa all’Universita’, piu’ si perdono occasioni per “farsi le ossa” nel mondo del lavoro.
A trenta anni non si sara’ piu’ disposti ad accettare delle mansioni considerate di “basso livello” o degli stipendi ugualmente medio-bassi di chi e’ alla prima esperienza, o peggio ancora, difficilmente si scendera’ a compromessi per inserirsi nel mondo del lavoro attraverso degli stage non retribuiti.
Ricordiamoci una cosa….all’estero di trentenni neo-laureati se ne incontrano ben pochi….ogni anno passato in piu’ all’universita’ e’ un anno guadagnato per il collega della stessa eta’ ma che, a differenza, ha finito l’universita’ nel giusto tempo e si e’ rimboccato le maniche…Dai ragazzi!!! Noi siamo gli artefici del nostro futuro!!!
Anch’io sono d’accordo con voi, però il Vice Ministro aveva il dovere di parlare esplicitamente di quei ragazzi che non hanno la possibilità di essere mantenuti dalla famiglia all’Università, perché questo è un problema di cui lo Stato dovrebbe occuparsi.
Lo Stato dovrebbe fare in modo che il punto di partenza sia per tutti il medesimo… i ragazzi che non possono stare 5-6 anni senza lavorare dovrebbero essere messi nelle condizioni di dedicare lo stesso tempo allo studio di chi invece ha le spalle ben coperte. Invece le borse di studio vengono date a grappolo (mille borse di studio di mille euro piuttosto che cento di diecimila euro), e spesso a riceverle sono famiglie che non ne hanno un vero bisogno.
Un altro messaggio che secondo me non è passato è che non è obbligatorio laurearsi. A 28 anni una persona può anche essere senza laurea, ma aver imparato bene a fare un qualsiasi lavoro e quindi vivere dignitosamente tanto quanto una persona che si è laureata a 24 anni.
Magari era tutto sottinteso, però accanto ad una frase così forte secondo me era doveroso citare le opportune eccezioni.
Concordo pienamente con tutti i commenti fin qui.
Grazie a tutti per i commenti.
@Ninni… vero hai ragione. Il ViceMinistro non ha puntualizzato o approfondito. Condivido. Ma ribadisco che sono certo che non si riferiva agli studenti/lavoratori, ma magari a quelle migliaia di “fannulloni” (citando Brunetta) che gironzolano in Università. Chi non ne conosce qualcuno?
Inoltre la sua frase è estratta da un discorso un po’ più lungo temo. Se non avete visto il video della “maledetta” frase: http://www.youtube.com/watch?v=OucCSeuncBw
Martone dice:
“…dobbiamo ricominciare a riconquistare i posti di lavoro uno per uno”… “dobbiamo fare lo sforzo di comunicare ai nostri giovani dei messaggi veri, tipo: se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato” e poi continua con la frase sui 16enni che si dirigono verso studi professionali.
Il messaggio del viceministro era: bisogna dirigersi verso la ricerca dell’eccellenza. Verso una cultura dell’ottimo anzichè di una tendenza alla mediocrità.
E’ una comunicazione offensiva?
Non conosco tutto il resto del contesto del suo internvento perchè ho ascoltato solo i 46 secondi “incriminati”.
In merito al tuo secondo punto (la laurea non è importante per lavorare bene), penso che Martone ci abbia fatto riferimento parlando degli studenti degli istituti professionali che devono essere “secchioni”.
Qualsiasi lavoro faccia, per impararlo devi comunque impegnarti. Secondo me è un messaggio positivo.
Diciamo che nell’era di Twitter, dove la sintesi è d’obbligo, sembra che il ViceMinistro si sia adeguato al nuovo stile di comunicazione.
In questo modo però, sintetizzando con una stilettata giusta – se vista da un punto di vista più approfondito quale il tuo, ha svilito gli sforzi di quelle persone che “vorrebbero ma non possono”.
La comunicazione cambia ma non sempre può essere strutturata nel medesimo modo, lasciare il libero arbitrio nelle “considerazioni” non sempre porta positività nell’interpretazione delle parole che vengono espresse.
Martone avrebbe potuto impressionare molto di più le masse, portando verso di sé più empatia e coinvolgimento, utilizzando parole più precise (ed appropriate – vedi l’utilizzo del termine “secchione” anziché “studioso”) senza rendersi dimentico dei “casi particolari” che, purtroppo, in Italia non sono pochi.
Si sfonda, peraltro, un argomento scottante, quello del diritto allo studio e della possibilità di garantire dei risultati sorprendenti se supportati da uno stato che, invece, appare dimentico di questi (e molti altri…) aspetti fondamentali alla cultura del popolo.
😀
Cri
Grazie anche a te Cri per dire la tua.
Dai… magari è vero che ha sbagliato ad usare alcuni termini. Ti aspettavi (o “vi” aspettavate) parole più “politically correct”? Martone doveva rispettare le minoranze, puntualizzare o approfondire un concetto che poteva essere marginale nel discorso che invece stava tenendo durante la conferenza (ribadisco che la frase “incriminata” si racchiude in 46 secondi… chissà come continuava il suo intervento)?
Ti segnalo un post de “Il Post” in cui sono pubblicati un paio di video di Martone durante il progamma “Le invasioni Barbariche”, penso del 2010, nel qual citò (almeno in una frase) il concetto della media di 28 anni dei laureati italiani.
http://www.ilpost.it/2012/01/24/chi-e-michel-martone/