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Vision…

Ovviamente questo post è una marketta incredibile…

Ci penso da diverso tempo ed a un anno dalla fondazione eccolo: finalmente son riuscito a fare qualcosa per la mia carriera che mi dà molta soddisfazione. È un progetto che si chiama Vision80, è una SL – ovvero una società limitata (come una SRL Italiana) – lo seguo da Barcelona in “partnership” con mio fratello dalla Sicilia, quindi posso dire senza vergogna che è un’azienda internazionale. Ovviamente non è ancora una realtà che ci permette di comprare il nostro yacht battente bandiera delle Cayman, o di riindirizzare alcuni fondi verso banche svizzere – come è di moda in questi giorni. Ma è un’iniziativa che ci tiene impegnati e che per me soprattutto è importante per mantenere vivo il rapporto con la “madre-patria” Sicily.

Abbiamo fondato Vision80 SL principalmente per spalleggiare due progetti ecommerce che ci divertono molto: Vintage-Vision.com e Wooden.Ly . Inoltre ci occupiamo di consulenza a piccole e media imprese in merito a marketing online, strategie di ecommerce e media buying. Figo no?

Come nasce Vision80

Nasce con un primo tentativo di commercializzare occhiali vintage, su un sito che è molto conosciuto negli USA: Etsy. Creiamo VintageVision80 ,  ci riesce bene e ci diverte molto. Da lí, quindi, ne approfittiamo per aprire il nostro sito ufficiale (Vintage-Vision.com) e per pensare ad un nuovo progetto “eco-sostenibile”… ed ecco WoodenLy, occhiali di legno. Entrambi i siti sono in Inglese e ci rivolgiamo maggiormente ad un pubblico Nord-Europeo e Nord Americano. Siamo proprio internascional… l’ho già detto.

Ci dedichiamo molto a questi progetti: è molto stimolante, abbiam creato i nostri processi interni (le spedizioni vanno lisce come l’olio ad esempio) ed abbiamo diversi aneddoti sul rapporto con i fornitori che ci fan pisciare dal ridere.

Ogni tanto facciamo dei mercatini, come questo a Barcelona.

Ed in futuro?

Nel futuro spero che questa società diventi una bella realtà, aggiungere e dedicarci altri progetti, e magari aprire un piccolo ufficetto a Messina, approfittando del talento e della voglia di fare di tanti ragazzi che studiano all’università. E sottopagarli – ovviamente:- è la globalizzazione bellezza… 🙂

Spesso ho postato video della città in cui vivo, Barcelona,  ma finalmente mi fa piacere trovare un bel timelapse dello Stretto di Messina .

Alcune delle prospettive sono favolose: lo Stretto è un patrimonio.

(in realtà ne volevo mettere uno trovato ieri su FB che però oggi è stato rimosso. Peccato: aveva la prospettiva dalla Costa Calabrese)

26/9 Aggiornamento: ecco il video in timelapse dalla costa Calabrese. Quale preferite?

Richiamato al dovere dal proprietario di casa, rieccomi a scrivere il mio secondo post.

Nei piani originari, qui avrei dovuto parlarvi del come scegliere la propria meta, quali parametri adottare e come pesarli tra di loro ma sarebbe stato un post molto noioso e qua finalmente è arrivato il “caldo”, la possibilità di andare in giro in braghette corte, e sentirmi autorizzato a trattare con serietà le frivolezze della bella stagione.

Metto per cui da parte questo argomento (che prometto a me stesso di affrontare in un giorno di pioggia) e passiamo alle cose superflue e banali che a me piacciono tanto.

 

 

La mia preoccupazione più grande quando valutavo di trasferirmi qui era “oddio riuscirò a fare lo stesso stile di vita che facevo prima?”

La vita milanese aveva trovato il suo equilibrio (precario) e non volevo ricominciare tutto da capo, o semplicemente mi spaventava l’ennesimo salto nel vuoto. Molte di quelle paure basate sui soliti luoghi comuni, ad oggi, sono state disattese.

 

Cibo pessimo.

Effettivamente, se è stato difficile trovare del vermentino dei colli di Jesi a Lisbona o Edimburgo, non si può dire lo stesso di questa città. L’offerta di cibo è talmente avanzata che qualunque cosa la trovi in un raggio di due km da casa con cinque minuti di ricerca di Google.  Poter scegliere tra un maialetto sardo con calice di Buio Buio, un okonomiyaki e succo di aloe vera, del bacalhau a bras e pastel de nata o l’ultima evoluzione della cucina molecolare è una cosa che mi piaceva già a Milano e che qui ovviamente si accentua, anche se poi finisco a cenare con una pizza surgelata di Tesco.

L’unica nota davvero negativa è la frutta e la verdura, insipida o costosa ma d’altronde, in un posto dove la temperatura media è 15° con vento e pioggia avete mai visto crescere fichi d’india e angurie?

 

Il tempo fa pena.

Ok stavo scrivendo che è falso, che anche qua fa caldo, c’è il sole, ci si abbronza.. ora sta diluviando e non succedeva da ben due giorni.. quindi si, il tempo fa pena però almeno è variabile! Avete mai fatto un estate a Milano con il suo cielo lattiginoso, la cappa di umidità che ti toglie la voglia di vivere e il bitume dei marciapiedi che ti si scioglie sotto i piedi?

 

Londra è una città stressante.

Parzialmente vero. Come in tutte le metropoli bisogna ottimizzare i tempi di percorrenza ed è facile farsi un’ora su dei mezzi affollati, però la vita di quartiere è molto più vissuta che altrove, intorno a te generalmente hai tutto quello che ti serve (parchi compresi) ad orari molto più comodi che in Italia e pertanto ci si sposta comunque, ma non hai bisogno di scendere a compromessi per un’insalata e una birra.

 

Non c’è il mare.

Vero. poco di cui discutere qui. Ma se l’alternativa fosse sempre Milano? 300 km da un mare superaffollato, nessuno giardino curato in cui prendere il sole, piscine penose e due canali tanto affascinanti quanto non praticabili. Ammetto che mi piange il cuore non poter avere uno spaghetto allo scoglio, ma una soluzione che non siano dei noodles al sapore di gambero la troverò. Almeno abito vista Tamigi, che seppur color marrone viene attraversato da barchette a vela e canoe.

Immagine

 

La gente non è socievole.

Vero. Forse. Il lavoro che faccio in questo momento non mi consente di allacciare molte relazioni sociali e, a quanto ho appurato, apparentemente possono sembrare gente poco socievole.

In realtà essendo stato “straniero” anche in altre città posso dire che qua sono molto più socievoli che altrove, sono solo ossessionati dal non violare la tua privacy, paranoia che poi scompare con il primo bicchiere, alla fine qui siamo tutti stranieri.

 

Penso che il vero problema di questa città sia l’infinita scelta, c’è troppo di tutto e l’effetto che ti fa è equivalente all’andare a fare shopping nel più grande centro commerciale del paese, quando sei abituato a frequentare solo i mercatini artigianali dietro casa.

E’ un effetto strano, può spaventare dal di fuori, ma una volta dentro è come salire su quella ruota panoramica da cui puoi vedere il mare, la città e il porto e non vuoi più scendere.

 

[Ndt. non odio Milano, è solo la città Italiana che meglio si può confrontare con Londra]

Scopro casualmente che Colin Flirth parla Italiano, ed in un’intervista al Time, spiega il significato di “Bella Figura” (e Brutta Figura) che in altre lingue non esiste.